COMUNICATO STAMPA
18 Giugno 2024
In data odierna ho presentato denuncia querela alla Procura della Repubblica di Perugia nei confronti di Petra Giunti, David Parenzo, Giuseppe Cruciani e Marco Cinetto per associazione a delinquere, attentato ai diritti politici del cittadino, estorsione aggravata, diffamazioone aggravata.
L’11 giugno u.s., Petra Giunti, giudice monocratico nel processo per diffamazione a mio carico nei confronti di David Parenzo, ha proceduto a emanare sentenza di condanna in assenza di un costrutto probatorio certo perche’ il PM NON aveva accertato preventivamente che la chat incriminata fosse attribuibile alla mia persona, nè lo ha accertato la medesima Giudice durante l’udienza, per una frase scritta da altri, e cioè che Parenzo guadagna circa 250.000 euro (in una sua recente dichiarazione ha confermato di guadagnare una simile somma di denaro, insieme al Cruciani) chiedendosi se per questa somma percepita paga le tasse.
A me, che sono un leader politico, viene attribuita una frase (in cui avrei chiamato Parenzo “leader della Zanzara”, espressione che solo un ignorante può usare), rivolta ad “un serial diffamatore”, che è stato condannato più volte per “diffamazione aggravata”, e soprattutto che mi offende volgarmente da circa 8 anni, rimanendo inspiegabilmente “impunito”; frase con la quale avrei chiesto se paga le tasse.
Dov’è la diffamazione? Non si può chiedere ad un politico od ad un giornalista se paga le tasse? Non mi pare che i giornalisti godano di speciali immunità per “offendere le persone e per non ricevere domande che possano risultare offensive.”
Siamo nell’ambito delle acrobazie del diritto che solo una giudice come la Petra Giunti, che già in passato ha emanato sentenze aspramente criticate, poteva emettere., in assenza dei presupposti ed elementi costitutivi del “reato di diffamazione aggravata”.
Ho denunciato i fatti al Consiglio Superiore della Magistratura e al Ministro della Giustizia perchè sia avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Petra Giunti, per aver addirittura chiamato i Carabinieri per non farmi più parlare, mentre stavo “rendendo dichiarazioni spontanee pertinenti il caso concreto e pur essendo, per norma costituzionale, inviolabile il “diritto di difesa” dell’imputato in ogni stato del dibattimento.
Avevo già querelato Parenzo che ha dichiarato più volte che sono un millantatore non essendo mai state eseguite le mie opere musicali, che potrebbero essere sentite solo dai sordomuti, chiedendo un milione di euro di danni, avendo gravemente compromesso la mia immagine di compositore, apprezzato anche a livello internazionale, essendo stato eseguito il 9 luglio del 2006 il mio oratorio “Petros Eni”, a me commissionato dal Cardinale Francesco Marchisano, all’epoca Ministro dei Beni Culturali del Vaticano, all’interno della Basilica di San Pietro, per celebrare i 500 anni del massimo Tempio del Cattolicesimo.
Attendo che si faccia Giustizia nei confronti di due “serial diffamatori”, Parenzo e Cruciani, che denigrano le persone ben sapendo che uccide più la lingua e l’influenza negativa mediatica che il pugnale e che si ponga termine ad una trasmissione radiofonica in cui prevale il turpiloquio con la derisione degli avversari politici, a fronte del vero ‘diritto di cronaca’.
Roma, 18 giugno 2024
Antonio Pappalardo
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